damaru

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Siva, Signore indù della distruzione, della rigenerazione e mitico inventore dei tamburi, suona il damaru quando appare come Natesa, Signore dei Danzatori. Torce il tamburo a forma di clessidra facendo sì che le palline, attaccate da corde alla sua vita, colpiscano le teste di pelle che coprono ciascuna estremità. I suoi riverberi ritmici, un suono primordiale della creazione, muove il cosmo in una danza infinita e mutevole. La lunga associazione del damaru con Shiva rappresenta solo un contesto in cui si trova questo tipo di strumento ampiamente distribuito. Conosciuto con nomi diversi in tutta l'Asia meridionale, l'Himalaya e la Mongolia, l'uso illimitato dello strumento lo pone nelle mani mortali di membri di qualsiasi ceto sociale, dai preti ai mendicanti. I tamburi come questo sono solitamente realizzati in legno semplice o tornito e verniciato, anche se non sono rari quelli in metallo. Questo raro damaru in avorio del XVIII secolo è circondato da fasce incise e intagliate. Le fasce vicino alle estremità aperte contengono perline integrali mentre quelle più vicine alla vita rivelano resti di perline d'argento. I motivi incrociati e parabolici risultanti dal cambiamento dell'angolo di taglio del tornio appaiono sotto la patina bruno-rossastra. L'interno del tamburo, solitamente nascosto alla vista quando coperto da membrane cutanee, è scanalato concentricamente.

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